DIABETE TIPO2 O MELLITO:
Insorge in età adulta, di solito dopo i 30 anni di età, la modalità di esordio è lenta, generalmente poco resistente all’insulina, caratteristiche del peso con tendenza all’obesità o al sovrappeso, trattamento con dieta, ipoglicemizzanti orali e talvolta insulina. Insulina plasmatica normale o elevata, storia familiare comune.
PREVENZIONE: agire sulla educazione alimentare, sulla correzione dell’obesità, sull’aumento dell’attività fisica; ridurre i fattori di rischio quali ipertensione e dislipidemia, evitare il fumo.
LA DIETA NEL TRATTAMENTO DEL DIABETE MELLITO
Una delle raccomandazioni più frequenti è uno schema dietetico basato su un più libero introito di carboidrati complessi e di fibra alimentare, una severa restrizione delle quote lipidiche e un apporto normale o fisiologico di proteine.
La distribuzione razionale dei nutrienti è il nodo centrale delle nuove raccomandazioni dietetiche per i pazienti affetti da diabete mellito.
OBIETTIVI PRINCIPALI:
-Miglioramento dei livelli glicemici
-Correzione o miglioramento degli assetti lipidici
-Raggiungimento di un peso corporeo accettabile o desiderabile
-Prevenzione delle complicanze correlate alla nutrizione
Per l’introito proteico è sempre consigliabile aumentare l’uso di proteine di origine animale, il consumo totale di grassi non dovrebbe superare il 25% delle Kcal tot, di cui il consumo di grassi saturi non dovrebbe superare il 7% dell’energia totale . L’olio d’oliva, ricco di acido oleico (grasso di ac. grasso monoinsaturo), riduce il colesterolo LDL, quindi viene consentito. Inoltre diete ricche in pesce son state correlate a ridotti tassi di cardiopatie ischemica in soggetti non diabetici per il contenuto di omega-3 nel pesce.
E’ importante consumare alimenti con ridotto indice glicemico, poiché essi migliorano la risposta glicemica e le concentrazioni plasmatiche dei lipidi. Utile aumentare il consumo di fibra alimentare oltre che di cibi integrali, nonché di carboidrati complessi. La fibra infatti, è capace di controllare la malattia diabetica e riduce il rischio associato di malattia aterosclerotica. L’assunzione di alcol va limitata e proibito solo in persone con instabilità glicemica. L’alcol infatti favorisce l’aumento dei livelli plasmatici di trigliceridi.
REGOLAZIONE DEI PASTI:
Una corretta distribuzione dell’apporto energetico, cioè una distribuzione il più possibile uniforme delle calorie nei pasti principali della giornata, previene eccessive variazioni glicemiche. Se il paziente non esegue terapia insulinica è sconsigliabile un approccio dietoterapico che suggerisca l’assunzione di “piccoli pasti”.